Varese e il Turismo Itinerante

Da circa 40 anni pratico il campeggio che ho visto evolvere nel tempo e che, ha favorito lo sviluppo del turismo itinerante grazie all’introduzione sul mercato dei camper, divenuti sempre più numerosi.
La diffusione di questi mezzi ha indotto i comuni a fronteggiare questa inaspettata forma di turismo.
Chi è il camperista? E’ un turista che arriva col proprio mezzo sul luogo da visitare dove, per una“toccata e fuga” , è sufficiente un parcheggio ed un’area per lo scarico delle acque reflue ed il carico delle potabili oppure, se intende fermarsi 2 o 3 giorni, spera di trovare lì un punto sosta attrezzato per poter posteggiare il proprio mezzo in sicurezza ed in modo appropriato per sé e per gli altri.
Solo così potrà visitare il sito raggiunto, più a lungo ed in tranquillità, recarsi a far compere nei vari negozi ed eventualmente consumare pasti nei ristoranti e nelle pizzerie della zona.
Fatte queste premesse, ci si aspetta che una città come Varese, che si fregia essere una turistica “città Giardino”, abbia un punto sosta attrezzato e funzionante e non solo un’area di scarico e carico.
Per la verità, il punto sosta, bello ed attrezzato c’è, ma risulta essere abbandonato ed alla mercè di eventuali nomadi che nulla hanno a che vedere col turismo itinerante.
Perchè dico questo? Perché il 30/09/2017 mi sono recato alla Schiranna proprio per verificare la funzionalità del punto sosta camper.
A tal proposito mi sono fermato all’entrata dove ho trovato la barra alzata, una specie di cancello di fortuna amovibile, una colonna verifica schede magnetiche in entrata ed una in uscita, non funzionanti, e nessun distributore a pagamento per acquistare le schede.
Ci sono fotocellule ma posizionate in modo che, a mio modesto avviso, servono a ben poco.
All’interno ho visto, un camper e 2 roulotte in un luogo con erbacce diffuse.
Di chi sono? Si tratta di campeggiatori o di nomadi?
All’esterno sulla strada erano posteggiati sei camper i cui proprietari, forse, non sono stati invogliati ad utilizzare il punto sosta in questione.
In occasione di “Varese la città in un giardino” sarebbe stato bello poterne correttamente usufruire!
Quando si parla di turismo bisogna essere consapevoli di tutte le forme con cui lo si pratica e non solo di una parte di esso.
E’ con questa consapevolezza che Varese o meglio gli amministratori di questa bella città affrontano il settore turistico?
Il Presidente del Campeggio Club Varese
Mario Di Toma
NOTA: Le ultime notizie sono che i mezzi parcheggiati, con concessione comunale, sono di nomadi.

2 Commenti

  1. Ciao a tuuch !
    Le foto dell’area di Schiranna – Varese fanno male sia alla vista che alla pancia ……
    E’ inaudito che un’area quasi pronta rischi di essere degradata e distrutta.
    Non possiamo stare a guardare e basta !
    Io sono disposto a formare una delegazione per parlare con assessori e responsabili di Varese .
    La lettera di Angelo Traina sembra che non abbia mosso niente e allora aiutiamo Angelo e i Club di Varese a un incontro diretto con questa gente.
    Magari possiamo fare un raduno di una giornata nel piazzale antistante ed essendo una ventina non faranno certo paura 2 camper di nomadi ( purtroppo a Nova siamo abituati …)
    Non voglio fare il rivoluzionario o l’estremista , ma se stiamo a guardare e basta , sara’ un motivo in piu’ per dar ragione ai miei ex-soci che sostengono che le associazioni non servono a niente !!!
    Ad Angelo e ai Club di Varese : noi ci siamo !

    Un salutone,

    Max Tritto

    Presidente
    GRUPPO CAMPEGGIATORI ITINERANTI NOVA MILANESE

  2. Un saluto a tutti.
    A mio parere gli aspetti della vicenda sono 2 o forse anche di più ma prima di affrontarli volevo sicuramente affiancarmi alll’amico Max nel dire che qualche cosa dobbiamo fare, non possiamo stare a guardare e soprattutto a sopportare queste situazioni.
    Tornando alla questione il primo aspetto, la scandalosa sospensione dei lavori e la conseguente mancata apertura dell’area, è sicuramente legato a qualche problematica di tipo economico amministrativo e purtroppo, pur esternando tutte le rimostranze e perplessità di questo mondo, tra l’altro senza conoscere esattamente i termini di questi ritardi, poco possiamo fare se non affiancarci ad Angelo che ha seguito da vicino la questione e, per quanto possibile fare voce grossa in merito.
    La seconda questione che è emersa dalla lettera di Max è la presenza stanziale ” sopportata” dai Comuni, di veicoli di nomadi e altro nelle aree o nelle immediate vicinaze delle stesse. E’ un fenomeno che qualche anno fa era presente in molte realtà e tutti sappiamo quali sono state le conseguenze : quasi sempre la chiusura delle aree. Dopo un periodo nel quale, .parlo per le nostre zone, si è rilevata una riduzione di presenze di nomadi, il fenomeno si sta ripresentando proponendosi in modo “stanziale”. Ora , è chiaro che il problema non è di così facile risoluzione ed è ovvio che questo porta a svalorizzare i luoghi dal punto di vista turistico e a porre un deterrente alla sosta dei nostri veicoli.
    Purtroppo, e non è un modo per chiudere l’argomento, non penso che noi possiamo dare un gran contributo per la risoluzione del problema.
    Torno alle prime righe confermando la mia disponibilità per qualsiasi azione di sensibilizzazione con le istituzioni Varesine per riuscire a breve a far fruirel’area realizzata con denaro pubblico e ferma ormai da troppo tempo.
    Ciao Daniele

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