G.C.I. a Treviso

“Una gentilissima struttura medioevale in un giuoco bizzarro con le chiare acque dei fiumi che l’attraversano” scriveva Giovanni Comisso riferendosi alla sua città natale, dove noi, del Gruppo Campeggiatori Itineranti di Nova Milanese, abbiamo passato un weekend davvero speciale, favorito dal sole e dal clima estivo.
Giungiamo all’area di sosta Quinto Camper Resort, nelle prime ore del pomeriggio di venerdì 13 settembre 2019, l’aria è ferma e il sole illumina il verde del prato lambito dalle calme acque del Sile su cui si affaccia l’area di sosta: una cartolina dipinta da abili mani, uno spettacolo di tranquillità che invita al “meriggiare pallido e assorto”, per usare un famoso verso di Eugenio Montale, amico ed estimatore di G. Comisso.

Quinto Camper Resort è un’area di sosta molto spaziosa ed accogliente, dista una decina di chilometri dal centro città, in via Costamala 26 Quinto di Treviso, ed è servita dal bus 55 che ferma davanti all’ingresso, è fornita di elettricità, di servizi con docce ed acqua calda, di una comoda area picnic attrezzata a bordo fiume, e i nostri 11 equipaggi sono stati ben alloggiati in ampie piazzole.

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Il sabato mattina ci aspetta la visita guidata di Treviso. La signora Lara ci illustra, a grandi linee, la storia della città, le cui origini non si conoscono con certezza: gli unici dati certi che si hanno riguardano ritrovamenti che risalgono all’età del bronzo e attestano l’origine fluviale di Treviso con i primi insediamenti sulla riva nord del Sile. Durante il Medioevo, la zona, già ricca e dotata di una sua zecca, fu conquistata dai Romani che chiamano la cittadella Tarvisium, ne fanno un municipium, riconoscono la cittadinanza latina ai residenti e delineano il territorio in decumani e cardi.
Successivamente alle tante invasioni barbariche e, poi, alla caduta del Sacro Romano Impero, verso la fine del X secolo, Treviso diventa capoluogo della Marca Trevigiana e, quindi, riconosciuta Comune anche dall’imperatore Federico Barbarossa il quale accorda alla città la possibilità di fortificarsi. In questa epoca, infatti, furono edificate le mura difensive, in parte ancora esistenti, che racchiusero gli edifici comunali di piazza dei Signori e le chiese con gli annessi conventi domenicani e francescani. A partire dal XIV secolo, Treviso fu inglobata nei possedimenti della Repubblica Veneziana e, da allora, ne seguì le sorti.
La singolare ricchezza di canali e di risorgive fu fondamentale per lo sviluppo di Treviso che, nel tempo, ha saputo amalgamare il fascino di scenari naturali e di preziosi contesti storico-architettonici con una forte industrializzazione che l’ha portata ad essere una realtà economica molto competitiva.

GCI_Treviso_19_MulinoCittà d’arte e di acque, fiorente economicamente e vivace dal punto di vista culturale, attraversata da due fiumi, il Sile e il Botteniga (che in città si divide in più canali ed è detto Cagnan), che, quieti e silenziosi, appaiono e scompaiono dentro il tessuto urbano, Treviso ci incanta per la sua armoniosa bellezza: i tanti canali che la tagliano creando scorci sorprendenti, i numerosi giardini che vestono le sponde, le case medioevali che spiccano per il rosso dei mattoni, i tanti edifici dalle facciate dipinte che formano un ciclo di affreschi all’aperto, i tanti portici che costeggiano i canali, il lento movimento di antiche ruote di mulino, le torri che si protendono verso il cielo, creano un equilibrio di colori e di emozioni.

L’area del centro storico custodisce un patrimonio monumentale, storico ed artistico di grande valore. La Piazza dei Signori è una solenne successione di antichi palazzi comunali: il Palazzo del Podestà o del Governo con la Torre Civica, il Palazzo dei Trecento, la Loggia dei Cavalieri, inoltre il Monte di Pietà, con la Cappella dei Rettori, e le chiese unite di Santa Lucia e San Vito, e dietro la Piazza si trova la suggestiva piazzetta del Monte, con il Monte dei Pegni.
Affascinante nel suo complesso, Treviso, ancora oggi, non si esaurisce in un monumento simbolo: la sua bellezza è determinata dall’insieme, davvero spettacolare.

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Passato il ponte Dante “là dove Sile e Cagnan s’accompagna” che sta a rappresentare il punto esatto dove i due fiumi della città si incrociano, ci incamminiamo lungo i canali, dove si aprono splendidi angoli indimenticabili, come l’isolotto della Pescheria e il Canale dei Buranelli.
L’isolotto della Pescheria fu creato all’epoca del governo austriaco, nella metà dell’Ottocento, al centro del Cagnan Grande, collocato vicino a una “rosta”, una classica pala di un mulino ad acqua. Aggregando alcuni isolotti naturali, si diede una sede adeguata al mercato del pesce che si avvantaggiava della costante vicinanza dell’acqua, utile per aspetti igienici da salvaguardare, in un ambiente gradevole per il verde circostante. L’isolotto è collegato alla terra ferma da un ponte di ferro.
Oggi, è meta di turisti, anche perché è una zona ricca di locali e di negozietti, spesso dedicati a specialità e goloserie tipiche della zona, che rendono ancora l’idea di come si vivesse a Treviso molti anni fa.

GCI_Treviso_19_Comisso

Uno degli angoli più suggestivi della città è, senz’altro, il canale dei Buranelli, a due passi da Piazza dei Signori, che si distende tra bassi porticati e antiche case, è un ramo del fiume Botteniga è il luogo dove le donne della zona andavano a lavare i panni. Poco distante, la casa dove trascorse gli ultimi anni della sua vita il poeta Giovanni Comisso (1895-1969) e l’edificio cinquecentesco, dimora e magazzino di commercianti provenienti dall’isola di Burano, che dà il nome a questo scorcio di Treviso e che nel suo piccolo con le calli, i canali e i loggiati ricorda Venezia.
Lungo il percorso del canale si gode un paesaggio fantastico creato dalle antiche case che si affacciano lungo le sponde e da quelli che stanno sul canale di traverso come fossero dei ponti, facendolo scomparire e poi apparire: un paesaggio multicolore in magica simbiosi con la trasparenza dell’acqua.
Sono stati, forse, simili paesaggi a far maturare in Giovanni Comisso l’impulso al viaggio, alla ricerca di altri paesaggi, tanto che scriveva in un suo articolo: “Io vivo di paesaggio, riconosco in esso la fonte del mio sangue. Penetra per i miei occhi e mi incrementa di forza. Forse la ragione dei miei viaggi per il mondo non è stata altro che una ricerca di paesaggi, i quali funzionavano come potenti richiami”, al ritorno.

È, Treviso, una città da rivivere ancora, con la stessa calma che trasmette.

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All’area di sosta, al tramonto sontuosamente rosato, riflesso sulle calme acque del Sile, un’aria dolce di metà settembre, dopo un saluto al nostro amico Mario, che quest’estate ci ha lasciato, brindiamo, col prosecco rigorosamente di zona, per l’anniversario di matrimonio di Elia e Pio e, utilizzando l’area picnic attrezzata, consumiamo un’apericena a base di prodotti campani e veneti, grazie all’attiva collaborazione dei nostri amici Adriana e Sergio, che abitano a pochi chilometri da Quinto e che ci hanno indicato anche l’area di sosta.
La serata passa in un clima di piacevole amicizia e di grande serenità e, al termine, Adriana regala ad ogni equipaggio una graziosa zucca di stoffa fatta da lei, per “onorare” un altro prodotto di zona.
La mattina della domenica, altra giornata di sole e di luce, passa tra passeggiate e relax e spaghettata per tutti.

Ringraziamo gli equipaggi intervenuti e i nostri amici Sergio ed Adriana.

Elia e Pio