Capodanno a Barcellona

Momento di incontro di tutti gli equipaggi del Club Gruppo Campeggiatori Itineranti di Nova Milanese per partecipare all’evento “Capodanno a Barcellona”, tenutosi dal 28 dicembre 2019 al 1 gennaio 2020, è all’area di sosta di Narbonne, nel sud della Francia, prospiciente il mare, ventosa, ampia ma con poche colonnine elettriche utili: un posto tranquillo con ingresso 24 h ed uscita con pagamento automatizzato.
Il 29 mattina, Barcellona ci aspetta! Sistemazione nel Camping El Masnou, una località di mare a sei fermate di treno locale dal centro città, campeggio a ridosso della costa Brava, comodo ma super affollato: d’altra parte, considerato il periodo dell’anno, era inevitabile.
Nel pomeriggio, un giro di conoscenza della zona, che ci appare carina e ben messa, soprattutto il litorale marino vivacizzato da tanti localini.

In giro per la città Vecchia


Visita guidata al Barri Gotic – Quartiere gotico di Barcellona

Il giorno seguente, in centro, a Plaça de Catalunya, una delle piazze più grandi di Barcellona, siamo attesi da Pilar, una collega di lavoro del presidente del club, la quale si è interessata per una guida che ci accompagnasse nel giro della città antica e che parlasse italiano: Gianna, padre italiano, è la nostra giovane guida, molto affabile ed emozionata per questa esperienza.

Iniziamo la visita che ci porterà attraverso la storia della città: vestigia romane, in parte letteralmente integrate a nuovi edifici, piazze e strutture medioevali, chiese e costruzioni in stile gotico.

Passiamo per La Rambla forse il viale più noto e frequentato della città catalana, che collega Plaça de Catalunya con il porto antico.

L’attuale Barri Gòtic corrisponde all’antica Barcino (l’allora nome di Barcellona), zona pittoresca dove, su una piccola collina, è sorta la città circa 4000 anni fa, circondata da una muraglia con quattro porte d’accesso, ed è l’unica zona della città completamente conservata come nel Medioevo: è un labirinto di vecchie viuzze e tortuose strade, con resti delle antiche cinte murarie inglobati tra molti palazzi dall’architettura meravigliosa e con tanti locali e negozi pieni di atmosfera.


Barrio gotico – Resti e storia di diverse epoche

Barcellona, archivio della cortesia; albergo dei forestieri, ospizio dei poveri, pronta a corrispondere gratamente ogni vera amicizia, e unica per bellezza e per posizione. E benché gli avvenimenti che in essa mi sono accaduti non siano stati molto piacevoli ma al contrario incresciosissimi, tuttavia non me ne lamento, solo per il piacere d’averla vista.
Miguel de Cervantes

Nel centro del Barri sorge Plaça de Sant Jaume, sulla quale si affacciano la Casa de la Ciutat, che accoglie il municipio di Barcellona, e il Palau de la Generalitat de Catalunya, sede del governo catalano.

A proposito di chiese, il Barri Gòtic ne ospita alcune tra le più note della città: la maestosa Cattedrale della Santa Croce e di Santa Eulalia e le basiliche gotiche dedicate a Santa Maria del Mar e a Santa Maria del Pi. Alle spalle della Cattedrale, a poca distanza tra loro, vi sono il Museo di storia di Barcellona e i resti del Tempio di Augusto.

La Cattedrale


La Cattedrale della Santa Croce e Sant’Aulalia

All’interno della Cattedrale, ci accoglie un’ampia navata illuminata da vetrate di grandi dimensioni, risalenti al XV secolo, fiancheggiata da navate con ben 28 cappelle laterali. La cripta, sottostante il coro, contiene il sarcofago di Santa Eulalia.
Si è dovuto aspettare fino al 1460 perché l’edificio principale fosse completato. La facciata gotica della Cattedrale di Barcellona fu terminata molto più tardi, solo nel 1889, e l’ultima parte, la guglia centrale, è stata completata nel 1913.

La cattedrale è famosa per il suo chiostro trecentesco, con un cortile centrale circondato da un sontuoso portico gotico. Nel chiostro della Cattedrale ci sono sempre tredici oche.
Si narra che, quando cominciarono i lavori di costruzione della Cattedrale (XIII- XV secolo), alcuni ladri facessero irruzione nel chiostro e le oche che si trovavano là, iniziarono a starnazzare tanto forte da svegliare il guardiano.
Ancora oggi, per tradizione, nel centro del chiostro si trova un laghetto con delle palme e tredici oche che sono lì a guardia della patrona della città, Sant’ Eulalia.
Il numero delle oche non è a caso: ricorda non solo i tredici anni che aveva la giovane Eulalia quando, a causa della sua fede religiosa, fu barbaramente sottoposta a tortura dai romani ma anche le 13 torture subite, che la portarono a morte.

I resti degli acquedotti che si trovano nella Piazza della Cattedrale arrivavano fino alla montagna del Tibidabo, che si trova all’altro lato della città, e servivano a rifornire d’acqua tutta la popolazione.

Santa María del Mar


La Basilica di Santa Maria del Mar in stile Gotico catalano

Sita nella piazza a cui dà il nome: punto nevralgico di un’area sviluppatasi nel Duecento, la piazza conserva, oltre che nella chiesa, un carattere tardomedievale tanto nella fontana del 1402 di fronte alla chiesa, quanto negli edifici circostanti, nonostante alcuni rifacimenti settecenteschi o, in epoca più recente, le caratteristiche insegne dei negozi.

Edificata in appena 55 anni, dal 1329 al 1383, ad opera dell’architetto Berenguer de Montagut, è un tempio austero e affascinante, l’esempio migliore e più completo dell’architettura gotica catalana, per l’armonia delle sue proporzioni e per la serenità che ispira.
Questa basilica fu costruita dai fedeli della zona del porto: la Ribera; nel 1428, un terremoto provocò il crollo del rosettone e di alcune altre parti, e ciò provocò la morte di alcuni fedeli. Per questo motivo, si decise di rimodellare la facciata, e i lavori finirono nel 1459.

Insignita del titolo di basilica nel 1923, Santa Maria del Mar, è strutturata su tre navate che hanno quasi la stessa altezza, con colonne alte 15 metri, uno spazio che non è stato superato da nessun’altra costruzione medievale in tutto il mondo e che dà luogo a una leggerezza e ad un’ampiezza interna senza paragoni per una chiesa gotica.
Le sue tre facciate, decorate con immagini di San Pietro e San Paolo, sono una dimostrazione dell’arte gotica attraverso torri ottagonali, archi rampanti e volte.

Il Mercato della Boqueria


La Boqueria – Tipico mercato popolare catalano

Sulle Ramblas, circa a due terzi di altezza sulla sinistra, si trova La Boqueria, uno dei maggiori e più famosi mercati alimentari d’Europa, una tappa imperdibile. I banchetti specializzati vendono diversi tipi di prodotti come olive, pesce, frutta, carne, formaggi e molto altro.
Il grande cancello di ingresso in ferro conduce a un mondo di cibo perfettamente funzionante e popolato da una moltitudine di turisti e gente del posto. I pavimenti sono scivolosi per il ghiaccio sciolto e le bucce della frutta e i venditori sono rumorosi, ma questo aggiunge un fascino autentico all’esperienza. È possibile trovare cibo di ogni tipo e nazionalità sotto lo stesso tetto: un continuo succedersi di odori, di rumori, di colori, di particolari sensazioni.

Uno sguardo alla Barcellona di Antoni Gaudì

La linea retta è la linea degli uomini,
quella curva la linea di Dio.

Antoni Gaudì

Antoni Gaudì

Nato a Tarragona nel 1852, Antonio Gaudí è il massimo rappresentante dell’architettura modernista spagnola. Architetto senza paragoni tra quelli della sua generazione, Gaudí è l’autore di opere davvero straordinarie che lo hanno reso famoso a livello mondiale: seppe infatti applicare idee originali introducendo innovazioni formali e strutturali, in seguito poi ampiamente impiegate nel XX secolo.
Con idee rivoluzionare che lo portarono a sconvolgere il mondo del modernismo e dell’architettura in generale, Gaudí progettò edifici originali e dotati di soluzioni innovatrici basate sulle linee e sulle forme della natura. Questa concezione delle forme avvicina l’arte di Gaudí all’Art Nouveau, in Italia conosciuta come “Stile Liberty”.
La Sagrada Familia e il Parco Güell sono tra i suoi capolavori più conosciuti a livello mondiale: sette delle sue opere, situate a Barcellona, sono inserite nella lista UNESCO – Patrimonio dell’Umanità dal 1984.
Antoni Gaudì si spense il 10 giugno 1926, travolto da un tram. Oggi, riposa nella Sagrada Familia.

Antoni Gaudí i Cornet è stato il massimo esponente del modernismo catalano, di cui condivideva i presupposti ideologici e tematici, completandoli però con una ispirazione personale che giunse a degli esiti anticipatori dell’espressionismo e di altre avanguardie, compreso il surrealismo.

Attraversò diverse esperienze artistiche dallo stile eclettico, che risentiva dell’influenza dell’arte orientale, allo stile neogotico, che depurò abbandonando gli aspetti più formalisti, ritenendo maggiormente produttivo progettare strutture più funzionali e adatte allo scopo, ricercando soluzioni tecniche originali ed efficaci.
Maturò, nel tempo, un approccio naturalistico, studiò a fondo l’ambiente naturale per individuare soluzioni tecniche più adeguate al suo lavoro.

Innanzitutto, le linee in natura non sono rette e spigoli, ma curve armoniose e la bellezza è la somma di vari elementi in equilibrio.

Casa Batllò


Casa Batllò – Creazione di Antoni Gaudì

La Casa Batllò è il prodotto della sua maturità creativa, dove riuscì ad amalgamare, magistralmente, la funzionalità architettonica con la massima espressione creativa: distribuzione degli spazi interni in grado di dare vita a un’atmosfera intima e confortevole, progettazione degli arredi più funzionali, massima attenzione per le qualità aeroilluminanti degli alloggi, disposizione degli ambienti in relazione ai punti cardinali e all’irraggiamento solare. La luce solare, in un certo senso, si prefigurava come un «materiale» incorporeo, ma imprescindibile nella progettazione degli spazi interni. Gaudì la raccoglieva e la filtrava con l’aiuto di ampie vetrate, finestre, persiane e tende per poi convogliarla verso l’interno. Tecnica ma anche creatività: il tetto in tegole è il dorso di un drago, le colonne ricche di elementi vegetali e floreali, la facciata fatta di piccoli pezzi di ceramica e cristallo.

Durante la visita alla magnifica Casa Batllò, dove l’architetto dà libero sfogo alla sua immaginazione, si vive un’esperienza quasi onirica dove la fantasia e la genialità di Gaudì hanno creato un amalgama di colori, luci, materiali, stoffe, effetti particolari.

Ogni cosa è “pensata”, ogni soluzione vagliata, mai casualità ma studio, tecnica, approfondimento.

Casa Milà


Casa Milà detta La Pedrera

Nell’avvicinarsi a Casa Milà, detta la Pedrera, cioè fabbrica di pietre, poco più avanti lungo il Passeig de Gracia, si ha la sensazione che, tra gli altri edifici circostanti, si innalzi una scogliera sorvegliata da un esercito di camini posti sulla terrazza dell’edificio, che imitano le forme sinuose del fumo che fuoriesce.

Nel grande stabile con un pianterreno e cinque piani, Gaudì aggiunse all’interno, una rampa per consentire l’accesso alle automobili fino alla porta degli appartamenti.

La Sagrada Familia


Sagrada Familia

La Sagrada Familia è l’ultima opera alla quale stava lavorando Gaudì quando morì a causa di un incidente stradale. Doveva essere la realizzazione completa di tutte le sue teorie architettoniche, una sorta di compendio per tutte le sue ricerche e scoperte, oltre al fatto che, essendo profondamente religioso, riteneva che l’edificazione di una tale opera fosse la giusta conclusione di una vita onesta ed operosa, quasi un atto dovuto.

Il suo progetto era architettonicamente favoloso, ricco di torri, guglie e pinnacoli, con tre facciate vere opere d’arte, la Facciata della Natività, della Passione e della Gloria, quest’ultima non ancora completata, ideate per raccontare la storia della cristianità, come se fossero pagine di un libro da sfogliare con gli occhi. L’idea originale del progetto prevedeva che il complesso religioso fosse accompagnato da scuole, case, sale per riunioni, cioè un vero centro di comunione, ma Gaudì poté vedere conclusa solo la cripta, l’abside e la facciata della Natività, simile ad un grandioso presepe, così importante da essere, oggi, uno dei simboli più celebri di Barcellona: non a caso, i cittadini di Barcellona lo battezzarono: “architetto di Dio”


Facciata della Natività (particolare)
Per la Facciata della Natività, Gaudì adottò uno schema di stile tipicamente gotico, dividendola in tre portici protetti da quattro campanili, che dedicò ai tre personaggi della sacra famiglia associandoli ad una virtù teologale: il portico a sinistra, dedicato a S. Giuseppe, è quello della Speranza, quello centrale, dedicato a Gesù, è il portico della Carità , che si innalza fino a terminare, in un pinnacolo, con l’Albero della Vita, infine, il portico di destra, è quello della Fede, consacrato a Maria.La facciata della Natività, riccamente decorata con scene naturali, alcune delle quali sono esoticamente colorate, narra gli episodi relativi alla nascita e ai primi anni di vita di Gesù, dall’Annunciazione fino all’incontro con i dottori nel tempio. La realizzazione delle scene, concepite per inneggiare la Creazione, esalta l’aspetto umano del Figlio di Dio.La Facciata della Passione è il simbolo della desolazione, del dolore e della morte di Gesù Cristo.La facciata della Gloria rappresenta l’uomo all’interno della Creazione: la sua origine, i suoi problemi, le strade da seguire e la sua morte.

Camp Nou

Una visita particolare, ma pare non andasse persa, è riservata, da parte di pochi appassionati, al Camp Nou. Lo stadio da circa 100.000 presenze è una mecca per i fan di calcio da tutto il mondo!
Il tour è “autoguidato”, cioè non ci sono le classiche guide, ma a guidarti nel senso corretto, sono delle barriere giallo vivo. La visita, molto ben organizzata, dà accesso al “dietro le quinte” del club, al museo FC, al centro multimediale, agli spogliatoi dei giocatori della squadra ospite.

31 dicembre 2019: salutiamo la fine dell’anno con tapas e sangria. Poi, per la mezzanotte, a piazza di Spagna, stracolma di gente: fontane illuminate e fuochi d’artificio che accendono l’ottimismo per il 2020.

Auguri a tutti per il nuovo anno.

Elia Patalano
Pio Rotondo

1 commento

  1. Ciao Pio,
    Complimenti per l’articolo e per i chilometri che ti sei fatto , molti piu’ di noi per raggiungere Barcellona.
    Il tuo è un racconto culturale e anzi ti ringraziamo per le utili audioguide.
    Io cerco di riassumere cosa mi ha lasciato Barcellona dal lato emotivo :

    – Una goduria passare dai -8 gradi del Monginevro ai + 17 gradi di Barcellona .
    – Un doveroso grazie alla mia collega Pilar e sua famiglia, che ci ha dedicato 2 giorni e mezzo, facendosi in 4 per farci sentire a casa.
    – Cenare insieme fuori dai camper !!!! come facciamo a Giugno !!!
    – Paellata organizzata all’ultimo e andata da Dio
    – Rabbia per i biglietti della Sagrada Familla.
    – I colori e gli odori del mercato coperto della Boqueria
    – Ammirazione per lo spirito independentista catalano, non violento ed espresso con drappi e simboli alla maggioranza dei balconi.
    A proposito saremmo capaci in Italia di organizzare una manifestazione con 100.000 persone ogni Venerdi’ e nessuna carta per terra ????
    ( escludendo 50 stupidi dei Black Bloc).

    Questo mi è rimasto di una citta’ a cui do’ un arrivederci a presto.
    Ringrazio chi ha organizzato l’uscita e chi ha dato solidarieta’ e aiuto durante gli imprevisti.

    Buoni Km a tuttti e alla prossima ,

    Max Tritto
    Presidente GCI Nova Milanese

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