Il ruolo delle associazioni camperistiche e il Turismo culturale

Intervento del prof. Pio Rotondo, presidente Challenger & Chausson Camper Club Italia, alla 23^ Conferenza dei Club, svoltasi a Roma, presso il Campeggio Villaggio “Fabulous”, nel giorno 1 aprile 2017, organizzata dalla Confederazione Italiana Campeggiatori e presieduta dal Presidente nazionale dott. Gianni Picilli, avente per oggetto “Perché far parte di Confedercampeggio – Prospettive ed attività dei Club”.

Sig. Presidente nazionale, gentili colleghi. Desidero porre alla vostra attenzione una tematica emergente che potrebbe aprire nuove prospettive per i nostri club, problematica legata al continuo aumento di turismo culturale che si registra negli ultimi tempi.

Ma cosa si intende per turismo culturale?

Si può dire che per turismo culturale si intende qualunque viaggio finalizzato alla fruizione di beni culturali, cioè monumenti, chiese, musei, castelli, siti archeologici, ecc., ma per turismo culturale deve intendersi anche un viaggio finalizzato alla partecipazione ad un evento (festival, mostre, esposizioni) o anche a qualche forma di spettacolo (teatri, concerti, rappresentazioni all’aperto, ecc.)

Inoltre, Il turismo culturale riguarda il piacere di immergersi nello stile di vita locale e in tutto ciò che costituisce l’identità e il carattere di una località.
È quindi una forma di turismo strettamente legata alla cultura di una specifica regione o paese, in relazione al suo modello di vita, alla storia, all’arte, all’architettura, alla dieta, alla religione, cioè a tutti quegli elementi che contribuiscono a creare la loro specificità.
È una forma di turismo che nei tempi più recenti sta ricevendo massima attenzione e ampia diffusione, tanto è vero che, attualmente, in diverse università si tengono corsi e master dedicati al “turismo culturale” con l’intento di abbinare nei nuovi operatori preparazione tecnica e culturale. Allora noi, fruitori di turismo, e di un particolare modo di far turismo, quello del turismo all’aria aperta, quello del turismo itinerante, dobbiamo porci una domanda.

La nostra concezione di far turismo può assecondare questa nuova tendenza?

confe_club_2017bIl turismo itinerante, per la sua caratteristica insita, quella basata sul movimento, ha il grande vantaggio di vivere la vacanza in libertà, che però non significa, certo, andare senza meta.
Il mondo dei camperisti può avere sicuramente un ruolo trainante nel turismo cosiddetto culturale, ma dobbiamo aver consapevolezza che questa esperienza può meglio trovare concretezza se ben indirizzata ed organizzata.
In questa fase, le associazioni di camperisti, i club, potrebbero svolgere un importante ruolo.
Potrebbero essere proprio le associazioni di camperisti a farsi promotrici in tal senso.
Quando è un club a fare proposte, quando è un club che mira a finalizzare le proprie scelte verso mete che abbiano attrattive tali da compattare il gruppo dei soci verso siti interessanti, vi è una crescita culturale condivisa, cioè una crescita personale e di gruppo.

Riconosco, anche, che, proprio per i club, c’è una effettiva difficoltà nel “progettare” un turismo culturale, difficoltà riconducibile sia all’idea più diffusa di turismo come consumo, sia alla necessità di impegnare tempi e forze “volontaristicamente”.
Eppure, bisogna avere la capacità di creare valore per i nostri associati, compattarli intorno ad un’idea, dare loro uno scopo, un senso per continuare ad essere club, cioè una struttura stimolante, non solo un gruppo di amici che si incontrano al solo scopo di stare insieme.

[themecolor]In questo percorso, le Federazioni regionali e la Confederazione nazionale possono avere un ruolo fondamentale nel tentare una simile svolta.
Innanzitutto
 nel farsi promotori di iniziative significative;
 nel pubblicizzare e raccordare iniziative dei singoli club;
 nel fornire informazioni complete relative ad eventi locali di qualsiasi natura (mostre, eventi musicali, sagre, manifestazioni tradizionali, artigianati, …)
 nell’approntare schede descrittive ambientali, paesaggistiche, culturali relativamente a luoghi di rilevanza turistica.[/themecolor]

C’è comunque da dire, che la Federazione Regionale della Lombardia, alla quale il Club che rappresento appartiene, sta già cominciando a muoversi in tal senso, dedicando nel proprio sito web un’apposita sezione culturale dove si pubblicano articoli relativi ad eventi che abbiano questa peculiare caratteristica. Ad esempio notevole spazio è stato dedicato all’Expo tenutosi a Milano nel 2015, dove è stato messo particolarmente in evidenza l’aspetto propriamente culturale della manifestazione, ma ancora più recenti articoli sono stati pubblicati relativi alla Mostra sullo stile Liberty tenutasi a Reggio Emilia, e la mostra, in corso a Milano, del pittore francese Manet e la sua Parigi.
La stessa Federazione si sta inoltre prodigando per favorire la collaborazione tra i Club, specie se interessati ad iniziative e visite culturali.
Tutto questo per sollecitare la mente di chi, occupato negli impegni quotidiani, può sentirsi guidato nella ricerca di nuove esperienze.

Dobbiamo quindi convogliare i nostri sforzi nel sollecitare la circolazione di idee per sostenere un turismo dal valore aggiunto, consapevole e di qualità, che ricerchi un’esperienza arricchente e sempre più impegnato ad offrire il meglio.

Vi ringrazio per la cortese attenzione.

3 Commenti

  1. Condivido quello che l’amico Pio ha espresso nel suo intervento alla Conferenza dei Club a Roma. Lo condivido innanzitutto perché quanto meno è un modo per cercare di sottoporre ai nostri Soci qualche cosa di diverso e di nuovo nel tentativo di invogliarli a rimanere nel gruppo ; perché ci vuole qualche cosa di nuovo e diverso ? Perché a mio parere non bastano più quelle cose che da anni vengono ” omaggiate” in cambio del tesseramento ad uno dei nostri Club.
    È vero che in linea di massima quasi tutte le uscite o i raduni dei Club hanno inserito nel programma visite culturali di qual si voglia monumento o museo , ma è anche vero che negli ultimi anni chi ha proposto itinerari interessanti e mirati dal punto di vista culturale ha sempre avuto successo.
    Ovvio che un Club deve cercare di soddisfare le richieste di tutte le parti che compongono il gruppo attivo e partecipe : giovani, meno giovani, sportivi, amanti del mare piuttosto che della montagna creando un giusto equilibrio nella scelta di mete e programmi.
    Ovvio anche che un turismo culturale se spinto troppo sul ” difficile ” rischia di diventare di nicchia ma proprio per questo , come ha rimarcato Pio, diventa importante la collaborazione di Club con Federazione e Confederazione in modo tale da ampliare l’offerta oltre il singolo Club che faticherebbe ad ottenere i consensi minimi per garantire il successo di qualsiasi iniziativa.
    Potrebbe essere già un argomento di discussione tra i nostri Club lombardi visto che è emersa la necessità di ampliare l’attività della Federazione oltre al Raduno Regionale . Tentare non nuoce.
    Saluti. Daniele

  2. Come Presidente della Federazione Campeggiatori Lombardi condivido quanto scritto dall’amico e Presidente del Challenger&Chausson Club Pio Rotondo, lo ringrazio per quanto scritto sulla nostra Federazione e soprattutto mi auguro che questo possa servire a darci un pò di carica per ripartire con nuove proposte sia come Club che come Federazione. Sicuramente è un argomento da trattare e approfondire nelle prossime riunioni a partire dall’Assemblea Ordinaria prevista in concomitanza del Raduno Regionale che si terrà nel prossimo mese di maggio a Lainate e dove vi aspettiamo numerosi.
    In attesa sarà importante conoscere il pensiero dei Presidenti / rappresentanti di Club su tutto questo, oltre alla tempestività dell’amico Daniele mi auguro di ricevere altri commenti.

    un cordiale saluto Adriano Cremonte

  3. Importante intervento quello dell’amico Pio, credo però che la questione vada posta non tanto nell’ottica se i club “devono fare i raduni culturali”, infatti tutti noi, più o meno inconsciamente, proponiamo attività con anche un poco di cultura dentro; mi sembra, invece, che diventi importante portare all’esterno questo nostra attività “metaculturale”, vale a dire far conoscere il mondo dei club ai turisti all’aria aperta che non ci conoscono o non vogliono (?) conoscerci anche ponendoci nell’ottica della fruizione culturale, ma soprattutto mi sembra l’occasione per presentare il turismo all’aria aperta ed in special modo quello itinerante a tutte quelle istituzioni che ancora oggi fanno orecchia da mercante nei confronti del nostro settore. Amplificare e rendere ben presente la componente culturale, in un territorio come l’Italia che da sola riunisce la maggior parte delle attrattive mondiali potrebbe rappresentare oggi la scommessa per sconfiggere la nostra invisibilità. Come farlo? Non credo di avere una ricetta, sono convinto però che la scommessa si può vincere solo rafforzando, nel nostro ambito, la Federazione e lavorando a stretto contatto tra club. Non solo a parole, però.

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