Carnevale di Fano 2019

Nel primo weekend di marzo, 1 – 3 marzo 2019, siamo stati a Fano per vivere l’atmosfera gioiosa del Carnevale, che vanta tradizioni antiche. Infatti, un documento del 1347, oggi nell’Archivio storico del Comune, già riferiva di festeggiamenti carnascialeschi in città tanto sentiti al punto che, nel 1450, nello Statuto cittadino i Malatesta, allora Signori di Fano, affermarono che “era necessario festeggiare il Carnevale”, investendo così di ufficialità la manifestazione.
03 - Fano_MusicaArabitaOggi il Carnevale di Fano, patrimonio della cultura popolare, raccoglie migliaia di visitatori ed è il più grande evento carnevalesco delle Marche.

Arrivati in camper il venerdì sera, siamo stati accolti dal “Camper Club Fano” a cui il Comune aveva delegato la gestione dell’ampio parcheggio in via dello Scalo, nei pressi della stazione, che, per l’occasione, era stato messo a disposizione dei camperisti.
L’organizzazione è stata efficiente e l’accoglienza cordiale. Il centro facilmente raggiungibile a piedi.

Sabato mattina, in attesa dell’arrivo in camper di alcuni amici da Treviso, e altri da Tavullia, appartenenti al Club “Challenger & Chausson Camper Club Italia”, abbiamo raggiunto il centro per acquistare il ticket di ingresso per assistere alla sfilata dei carri prevista per la domenica.

01 - Fano_Arco AugustoIl sabato pomeriggio, con i nostri amici, abbiamo partecipato ad una visita guidata di Fano, la città dedicata alla Dea Fortuna, scoprendone la bellezza, la storia e la cultura, grazie al giro condotto dalla guida Manuela Palmucci che, con passione e competenza, ha saputo parlarci dei monumenti più importanti e, in particolare, del complesso di ruderi romani, venuto alla luce nei sotterranei di un ex edificio scolastico in piazza Armiani, quasi una Fano sotterranea nota come Basilica di Vitruvio, di estremo interesse storico. Oggi, l’edificio accoglie una biblioteca civica con un ricco centro multimediale.

Domenica mattina, ci accoglie una giornata di caldo sole, luminosa, primaverile, che ci invita ad una passeggiata sul lungomare. L’Adriatico (l’Amarissimo come lo definì Gabriele D’Annunzio alludendo alla dominazione austriaca sulle coste orientali italiane) ci accompagna languido, con colori morbidi, fino alla Marina dei Cesari. Locali e localini si susseguono, in porto vari pescherecci, famiglie e bambini vestiti e pronti per la festa e per assistere alla sfilata organizzata dalle scuole, con mille colori, balli, coriandoli, stelle filanti e tanta musica.

Nel primo pomeriggio, subito dopo i tre classici botti, ha avuto inizio la sfilata dei giganteschi carri allegorici. Gli elementi tipici che distinguono Fano dagli altri Carnevali sono: il Getto, ovvero il lancio di caramelle e di dolciumi dai carri allegorici, di cui parlava già una canzonetta a stampa del 1765; la Musica Arabita, cioè un gruppo di musicisti che, oltre ai normali strumenti, utilizza oggetti di vario genere per produrre musica; i carri, imponenti costruzioni di cartapesta e gommapiuma alte sino a 16 metri, che percorrono tre volte lo stesso viale. Durante il primo passaggio, vengono presentati i carri allegorici; nel secondo giro, quello del getto, dai carri vengono lanciati quintali di dolciumi, con il pubblico pronto a raccoglierli con i particolari e colorati prendigetto; l’ultimo giro, detto della “luminaria”, avviene nel tardo pomeriggio, i carri s’illuminano nel buio e creano giochi di luci e colori.

04 - Fano_Bolle in gabbiaCome si legge nella presentazione del programma, l’edizione di quest’anno si intitola “I colori delle Donne” e la protagonista è la donna, con le sue coloriture e gli stereotipi, pregi e difetti, problematiche e paure, tematiche trattate dalle tre madrine ufficiali della manifestazione, esemplificazioni di tre realtà: Emanuela Aureli, l’umorismo nello spettacolo, Gessica Notaro, la violenza subita e il coraggio di reagire, Annalisa Minetti, la forza e la positività di affrontare l’handicap. La Minetti, presente su un carro, si è esibita a chiusura della sfilata.

Ovviamente anche i carri appositamente realizzati per questa edizione, sono dedicati al mondo femminile, a partire dal manifesto di quest’anno con la creazione della Vulona, cioè la versione femminile della maschera ufficiale del Carnevale di Fano il Vulón, detto anche il Pupo, famoso fantoccio a cui i fanesi davano tutte le colpe scaturite dalla permissiva atmosfera del carnevale, ma delle quali avevano la responsabilità. Il martedì grasso il Pupo finisce nell’atavico tradizionale rogo: il fuoco spazza via tutti i peccati commessi durante il periodo carnascialesco, riconsegnando a tutti la routine della quotidianità.

Tra i carri, tutti veramente interessanti, significativi mi sono risultati “Bolle… in gabbia” dove la donna/gabbia si libera delle bolle che rappresentano gli orpelli consumistici dell’attuale fagocitante realtà, trasformandole in farfalle, simbolo di libertà, e “UonderUoman” dove la W è sostituita dalla U volendo significare che la donna oggi combatte per superare tutti gli stereotipi che la definiscono “sesso debole”.

05 - Fano_FridaKhaloMa, sicuramente, vedere sfilare i carri “Viva la Frida! Viva la Revolucion!” dedicato all’artista messicana Frida Khalo e “Poesia … Pazzia” ad Alda Merini poetessa milanese, è stata una profonda emozione, un meritato omaggio a due donne che hanno combattuto la loro sofferenza comunicata attraverso la pittura e la poesia: due esempi di attaccamento alla vita nella faticosa ricerca di sé stesse e di un posto nella società.

Frida Khalo (1907 – 1954), affetta da spina bifida alla nascita, spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale, ad 8 anni subisce un doloroso incidente (un palo le aveva perforato il bacino), che condizionerà tutta la sua vita. Nei suoi ritratti raffigura molto spesso gli aspetti drammatici vissuti e il suo forte tormentato amore per Diego Rivera, che la introduce nel partito comunista messicano. Sul carro, riferimenti al dipinto “Le due Frida”, quella abbandonata da Diego, e l’altra che cerca una sua nuova identità.

06 - Fano_AldaMerini“Se le donne sono frivole è perché sono intelligenti a oltranza” è l’aforisma di Alda Merini (1931 – 2009), che contrassegna il mini carro a lei dedicato, a dieci anni dalla sua morte.
Esordisce come autrice giovanissima, a 15 anni, ma già a 16 anni la Merini inizia il suo calvario, quando le “prime ombre della sua mente”, come ella stessa le definisce, la portano al ricovero nell’ospedale psichiatrico per un disturbo bipolare. È un’esperienza che la segna. Si sposa, ha quattro figlie, ma vive alterni periodi di salute e malattia. Nel 1979, la Merini torna a scrivere testi intensi che raccontano le sue sconvolgenti esperienze al manicomio.
“Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”: scriverà in una lucida sintesi delle sue sofferenze e della sua voglia di vita e di “normalità”.

Carnevale di Fano 2019: quando un evento di divertimento e di svago, diventa occasione per approfondire e dibattere tematiche sociali dalle mille sfumature al fine di “accendere i riflettori sulla figura femminile che troppo spesso è protagonista di episodi di violenza di ogni genere”, come si legge nella presentazione del programma di quest’anno.

Elia Patalano