Prepariamoci alla ripartenza

Prepariamoci alla ripartenza:puntuali, come le cartelle delle tasse, quando scattano divieti generalizzati, arrivano proposte, iniziative , lettere ai ministeri, petizioni per chiedere esenzioni per i camperisti, qualche volta anche per i caravanisti, richieste motivate dal carattere speciale e unico del camper, dimenticando l’impegno speso, a suo tempo, per convincere sindaci, compilatori di codici e opinione pubblica che il camper non era diverso, ma era un veicolo come gli altri che non doveva subire limiti alla circolazione e alla sosta.

Siamo in mezzo a una pandemia che ha sconvolto il nostro modo di vivere, chi non svolge un’attività considerata strategica non mette il naso fuori di casa se non per la spesa o andare in farmacia, per non parlare della situazione di chi ha perso la sua fonte di reddito che gli consentiva di sbarcare il lunario.

Oggi si intravvede la fine delle restrizioni più pesanti, tutti aspettiamo il fatidico 4 maggio, che dovrebbe portare un allentamento della clausura forzata che ci affligge. Chi deve decidere sta cercando di mettere insieme sicurezza e salute dei cittadini con la necessità di fare ripartire l’economia, esercizio non facile, e non è detto che le soluzioni che si troveranno siano prive di rischi per i due aspetti.

Il problema è serio, errori possono rimandarci nei giorni di massima diffusione del contagio, nei giorni dei morti da bollettino di guerra, oppure dare il colpo definitivo alla nostra economia, che già prima del virus non godeva ottima salute. Forse per distrarci un po’ da tragici pensieri c’è chi ci vuole convincere che andrà tutto bene e che, quindi, dobbiamo preoccuparci solo di potere mettere in moto i nostri mezzi e riprendere il viaggio involontariamente interrotto.

Allora c’è chi scrive a ministri, organizza petizioni, fa dichiarazioni, tutto per convincere che col camper si può andare tranquilli, chiusi lì dentro possiamo mangiare, bere e dormire senza rischi di contagiare nessuno. Su questo, in effetti sono d’accordo, se stiamo rinchiusi nel nostro mezzo non possiamo fare danni, ma penso, anche, che se ci mettiamo dentro un mezzo lungo sette metri e largo due, abbandonando una casa ben più ampia, non sia per volere passare dal male al peggio, ma per potere uscire e visitare la meta del viaggio. A questo punto mi riesce difficile vedere differenze tra chi esce da un hotel e chi scende da un camper o una roulotte. Forse vogliamo mettere le mani avanti e giocare d’anticipo, pensando che sicuramente ci saranno provvedimenti anti-camperisti, in tal caso, suggerirei di aspettare questi improbabili provvedimenti e, poi, agire, senza agitarsi inutilmente.

Lo scopo plausibile di questo fermento è il bisogno di essere sotto i riflettori, di inserirsi nella confusione delle notizie contraddittorie e raccogliere facile consenso tra la parte più influenzabile dei camperisti, infatti, non è difficile pensare che certe iniziative siano molto popolari tra chi si sente perennemente oggetto di attacchi e discriminazioni.

Pensiamo, invece, a quello che è l’effetto di queste proposte sul resto dell’opinione pubblica, rischiamo di apparire come persone insensibili al disagio altrui, solo preoccupate di avere qualche piccolo privilegio.

Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedere se il comportamento razionale da tenere sia allora l’immobilismo, lasciando correre e sperando nella buona stella. Ovviamente no, per ripartire sarà utile il concorso d’idee di tutti, se è vero che dopo la pandemia dovremo rivedere i vecchi schemi ed evitare gli errori del passato, anche noi potremo fare la nostra parte. In questo momento si decidono importanti provvedimenti per fare ripartire l’economia, anche il settore turismo sarà interessato, non solo, ci potrebbe essere un aiuto alle famiglie per aiutarle a trascorrere le vacanze in Italia. Questo è il momento di entrare in gioco, premere per ottenere che questi contributi siano estesi a tutti i tipi di turismo, compreso il nostro, invece di lamentarci della insensibilità di chi governa verso il turismo itinerante e all’aria aperta, dovremmo fare un salto di qualità, imporci come interlocutori rappresentanti di interessi legittimi e con forza chiedere di essere ascoltati prima che siano decisi interventi che incideranno sulle nostre vacanze e sul nostro modo di viverle. Siamo la più grande organizzazione di campeggiatori, dobbiamo far sì che alla nostra qualità sia dato il giusto rilievo.

Il  Vice Presidente  Ugo Stranieri